Dindi

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domenica 27 maggio 2018

Curiosità in valigia

Da Mianna:




Come tutti sanno, viaggiare è anche imparare: che si impari la storia, la geografia, una nuova lingua, gli usi e i costumi, la gastronomia di un territorio..., tutto contribuisce ad arricchire la nostra conoscenza e sta a ciascuno di noi farne poi l'uso più appropriato. A volte si imparano piccole cose che sono davvero di poco conto e restano in sottofondo  un po' come il profumo che emana da un indumento dimenticato lì per caso e che fino a quando non svanisce continua a ricordarci la persona che lo indossava.
Dal viaggio recente in Campania, di cui ho detto in un post qualche giorno fa, ho portato a casa qualche spunto curioso che mi sono riproposta di approfondire una volta svuotata la valigia.

La rosa di Paestum -  So da tempo che la classificazione delle rose è un vero dedalo in cui perdersi , ma che ci fosse una rosa proprio con questo nome lo ignoravo completamente.
Leggo nella guida del sito: la rosa è il simbolo della primavera e deve il suo nome alla ninfa Roda, figlia di Poseidone ed Afrodite . I greci antichi la chiamavano rodon, i romani rosa. E' fra tutti i fiori il più amato e apprezzato nell'antichità per la sua bellezza, il suo profumo e le sue proprietà, un misto di virtù cosmetiche, medicinali e culinarie. Le prime rose della primavera si offrivano a Venere composte in corone intrecciate con rami di mirto, durante la festa di Vinalia, a maggio.
La rosa di Paestum sbocciava due volte l'anno, una vera rarità, quando era naturale che vi fosse una sola fioritura annuale; molto diffusa tra i Romani, necessitava di una particolare tecnica di innesto, descritta da molti storici antichi. L'espressione Paestano cultu rimanda ad una abilità particolare dei Pestani nella coltivazione delle rose, dovuta a complessi innesti effettuati su rovi ancorati a canne leggere. Le tecniche pestane dovevano essere note ed utilizzate anche altrove se Plinio, a proposito della Campania, loda le coltivazioni delle sue rose, descrivendole come abbondanti, profumate, bifere,  centifolie, proprio come quelle provenienti dalla lucana Paestum.
Scavi relativamente recenti hanno messo in luce una profumeria di cui si conserva, in ottimo stato, anche il torchio servito alla lavorazione dell'olio che è alla base della preparazione dei profumi antichi.




Poesie sui muri - Mentre ci accompagnava per le strade di Salerno, la guida ci aveva indicato velocemente un vicolo stretto sulle cui pareti risaltavano i versi di una poesia.





Uno scatto veloce e via... mancava il tempo per saperne di più.
Tornata a casa ho cercato qualche notizia in proposito e così ho appreso che in certe strade di Salerno, in particolare nel quartiere Fornelle, dove Alfonso Gatto è nato, i muri sono animati da poesie e murales non solo con i suoi versi , ma anche quelli di altri artisti come Di Giacomo, Montale,Eduardo De Filippo, Ginsberg, Hikmet, ecc.


















E dopo aver viaggiato tra rose e poesia, cos'altro poteva sollecitare la mia curiosità ?!? un giallo...il giallo di Palazzo Rufolo.
Una brutta storia per la verità, di quelle che un tempo si raccontavano ai bambini per incutere timore, cosa che oggi fortunatamente non si fa più.





Quando nel 1850 Francis Neville Reid, uomo colto e raffinato, alla scoperta della costiera amalfitana giunse a dorso di mulo a Ravello, pensò di aver trovato il paradiso, non solo per la bellezza naturale del luogo ma soprattutto per quel palazzo, all'epoca poco più di un rudere,  un tempo frequentato - si raccontava - da principi e re , ospiti di favolosi banchetti. Detto, fatto, lo comprò e ne avviò il completo restauro.
Ma nei racconti della gente del posto non c'erano solo i fasti di un lontano passato; c'erano anche storie inquietanti che non erano purtroppo frutto di sola fantasia.

Come noto, intorno ai luoghi abbandonati, l'immaginario collettivo tende a favoleggiare intorno all'idea di un ipotetico "tesoro nascosto", così all'inizio dell'Ottocento, intorno ai ruderi di Palazzo Rufolo, allora d'Afflitto, si vociferava di un tesoro nascosto, sulle cui tracce s'erano mossi in molti, in particolare un certo Don Paolo che con una verga d'ottone in cui era racchiuso uno spirito guida, raccontava di aver trovato in un sotterraneo inesplorato quattro grandi statue d'oro massiccio; con le statue però era apparso anche uno strano personaggio barbuto che in ebraico aveva sentenziato che nessuno avrebbe potuto godere di quelle ricchezze se non gli fosse stata portata l'anima di un bambino di tre anni.

Vent'anni più tardi, un losco individuo pluripregiudicato, in compagnia di alcuni balordi, ricordando quel vecchio monito , rapisce il piccolo Onofrio di circa tre anni e compie l'odioso sacrificio. Non troverà tesori, ma la condanna a morte con i suoi complici, come si legge nelle cronache giudiziarie dell'epoca.

Quasi certamente sir Francis Neville Reid aveva saputo di questa brutta storia e per dare prosperità e ricchezza al territorio, donò ai ravellesi strade, acqua e soprattutto il palazzo-giardino dei Rufolo riportato a nuova vita, non per opera di magia, ma per amore del bello.


lunedì 21 maggio 2018

Napoli e dintorni







Raccontare un viaggio in breve è impresa difficile perché un viaggio non è solo un elenco di date e di luoghi ; un viaggio è tante cose: una valigia da riempire, persone da incontrare, idee da confrontare, stanchezza da smaltire, bellezza da ammirare, ricordi da conservare ...comunque sia, un'esperienza che, specialmente se condivisa, resterà a lungo nella memoria  con ciò che di meglio ci ha procurato.
L'itinerario scelto per questa breve vacanza ci ha portato in un territorio, come è noto, ricco di bellezze naturali, di arte e di storia che in parte conoscevamo già, ma che, grazie alla professionalità di coloro che ci hanno guidato, abbiamo potuto apprezzare maggiormente , fino a sentircene quasi parte integrante, pur senza merito, agli occhi di quei turisti stranieri che numerosi vengono ad ammirare e invidiare le bellezze del nostro  paese.
Napoli, con le sue contraddizioni, è stata il punto di partenza di questo tour campano, che ci ha portato prima alla Reggia di Caserta  poi per le strade di Pompei, sui tornanti panoramici della costiera amalfitana e infine nella splendida piana di Paestum.
Cercherò di raccontare ciascuno di questi luoghi non con le parole che meriterebbero,ma con qualche breve annotazione e alcune delle foto che abbiamo scattato.









La storia di Napoli si perde nel mito... Ricordate le tre sirene che avevano cercato di incantare Ulisse? Visto l'insuccesso, per il dolore e la vergogna le poverine si gettarono in mare dagli scogli  lasciandosi morire. Quando i pescatori trovarono una di loro, Partenope , sulla riva sabbiosa alla foce del fiume Sebeto dove i Cumani avrebbero fondato Neapolis, pensarono che fosse una dea e le diedero una particolare sepoltura, forse sotto Castel dell'Ovo.
Pare che la sirena abbia il merito, non solo di aver lasciato il suo nome alla regione, ma anche quell'arte del bel canto che ha reso Napoli famosa nel mondo...

Per conoscere l'ingente patrimonio artistico, monumentale e storico di questa città non bastano certo un paio di giorni, tanto che il famoso detto "Vedi Napoli e poi muori", si dovrebbe mutare in  "Vedi Napoli e poi torna"....

Tra i monumenti che ci è stato possibile visitare , ne ho scelto uno in particolare che ho apprezzato non solo per la sua bellezza ma anche per l'atmosfera di spiritualità che lo pervade , il Chiostro del Monastero di Santa Chiara.
























Le colline su cui si adagia Napoli consentono al visitatore di godere di stupende vedute panoramiche sul mare, sulla costa e sulle isole.

















C'è a Napoli un tema che ricorre sia nei grandi palazzi, così come nei vicoli ; è il tema del presepe, la trasposizione artistica della vita quotidiana con i suoi infiniti dettagli, in un contesto sacro.
Di particolare pregio quello conservato nel Palazzo Reale della città.



















Anche per visitare la Reggia di Caserta, e soprattutto i suoi giardini, il tempo a disposizione è apparso avaro...e non è bastata la gita sulla carrozzella trainata da un paziente quadrupede per ammirare tutte le fontane e le bellezze del parco...


























Qui bisognerà tornare...è imperativo ! ma lunedi  il programma prevede il trasferimento a Paestum, dopo aver visitato gli scavi di Pompei.







Pompei è  magica. Gli scavi hanno riportato e stanno tuttora riportando alla luce una città che ancora vive : nelle case, lungo le strade, nei cortili, nelle botteghe, la lava non è riuscita a cancellare lo spirito e  il respiro di chi un tempo qui ha lavorato, vissuto, amato.




































































 Lasciata Pompei ci dirigiamo a sud, verso l'hotel che ci ospiterà a Paestum.
La barriera di pini marittimi e eucalipti è impenetrabile lungo il percorso, ma poi ecco apparire il mare.












Non è quel mare d'agosto che avevo già conosciuto in un lontano passato, caldo e trasparente, eppure appena arrivati a destinazione sentiamo il suo richiamo e non possiamo rinunciare a una lunga passeggiata su un bagnasciuga tutto per noi.
















 Martedì ci aspetta la costiera amalfitana, una delle più belle al mondo, dove roccia e mare si incontrano in un continuo susseguirsi di anse e tornanti a picco sugli scogli. Ad attenderci ci sono Positano, Amalfi e Ravello.









































































E la giornata si conclude con la visita a Villa Rufolo, una dimora del XIII con particolari architettonici arabo normanni, divenuta nell'Ottocento proprietà del Lord scozzese sir Francis Neville Reid, grande appassionato di botanica.


Grazie a lui sono nati i meravigliosi giardini a terrazza, dove d'estate si tengono concerti.




















































 E' ormai tempo di rientrare e lo faremo attraverso un passo montano ; all'improvviso ci ritroviamo dentro una nuvola in un'atmosfera ovattata che ha ben poco di campano...al contrario ci ricorda il nostro cielo lombardo a novembre.




Al mattino di mercoledì fortunatamente ci svegliamo con un bel sole, proprio quello che ci vuole per visitare l'area archeologica di Paestum.
La nostra guida ci suggerisce di passare per prima cosa dal museo dove sono conservati  reperti importanti che raccontano la storia delle varie culture che si sono insediate nei secoli in questa vasta piana.

                                               








































 Fuori, nella piana, i templi ci aspettano in tutto il loro splendore.



























Durante la visita ho scoperto che esiste anche una rosa di Paestum... ma di questo parleremo in un'altra puntata.


Il nostro viaggio è ormai agli sgoccioli : c'è solo il tempo per una visita veloce a Salerno di cui non potremo dimenticare - la carne è debole- la favolosa pizza  della Smorfia



 ma nemmeno la magnifica cattedrale




E prima di chiudere definitivamente la valigia ci concediamo una sosta a Vietri, la città della ceramica.
































Vi ricordate della sirena Partenope con cui ho iniziato questo racconto? Mi sembra giusto concludere allo stesso modo, ma questa volta la sirena è fatta di ceramica azzurra come il mare.