Il Castello di Belgioioso è un monumento sito a Belgioioso, a pochi chilometri da Pavia.
Fu probabilmente fondato da Galeazzo II nella seconda metà del secolo XIV in un’estesa proprietà dei Visconti nel territorio ove in seguito sorse il paese di Belgioioso. Il nome “Zoioso” fu forse attribuito al castello per l’amenità del luogo e per la felicità che un tempo doveva recare il soggiorno in quella terra.
Il duca Gian Galeazzo II vi soggiornò ripetutamente; tanto cara gli era la dimora a Belgioioso che, con una sua lettera del 22 dicembre 1393, proibì la caccia ai cervi e a qualsiasi altra selvaggina fino a Bereguardo-Vigevano e Abbiategrasso.
Fu probabilmente fondato da Galeazzo II nella seconda metà del secolo XIV in un’estesa proprietà dei Visconti nel territorio ove in seguito sorse il paese di Belgioioso. Il nome “Zoioso” fu forse attribuito al castello per l’amenità del luogo e per la felicità che un tempo doveva recare il soggiorno in quella terra.
Il duca Gian Galeazzo II vi soggiornò ripetutamente; tanto cara gli era la dimora a Belgioioso che, con una sua lettera del 22 dicembre 1393, proibì la caccia ai cervi e a qualsiasi altra selvaggina fino a Bereguardo-Vigevano e Abbiategrasso.
Oggi il castello di Belgioioso appartiene ad un gruppo di privati che l'hanno acquistato nel 1978, trovandolo in condizioni disastrose. I primi interventi della nuova proprietà sono stati volti al recupero di quelle aree che hanno permesso la valorizzazione del maniero trasformandolo in un polo culturale e in un luogo adatto a manifestazioni festose, come i matrimoni.
C'è ancora molto da fare, ma la bellezza del castello e dei suoi giardini, merita certamente lo sforzo di chi vi profonde impegno, lavoro e denaro.
Uscendo dall'autostrada e percorrendo i chilometri che separano il casello dal paese, eravamo piuttosto sgomenti: il paesaggio che attraversavamo non aveva proprio nulla di attraente, la strada è dissestata, il circondario deserto, case e fabbriche abbandonate e in uno stato di degrado decisamente triste. Mamma mia!, pensavamo...dove andremo a finire? Con questo caldo torrido, sembra non ci sia un angolino fresco e riposante! Poi, arrivati al paese, il castello ci ha colpito con la sua imponenza:
Sotto i portici del cortile interno erano preparati i banchi dei venditori di specialità gastronomiche
La bellissima scalinata che conduce al piano superiore
era adornata da quest'abito floreale
poi nelle sale superiori era allestita la mostra
Se posso esprimere un parere strettamente personale, dico che l'ho trovata piuttosto deludente. Pochi espositori, con lavori anche molto belli, ma...sempre gli stessi che si sono visti in altre manifestazioni simili. Probabilmente ce ne sono troppe?
Ho visto qui gli stessi ricami che avevo visto a Formigine, gli stessi Parolin che si ripetono ormai da anni....molto belli, ma monotoni e con colori un po' troppo cupi. I ricami natalizi....ma siamo in giugno!
Torno a dire che il parere è solo mio. Mi diverto di più alle mostre organizzate dai club di ricamo, dove le ricamatrici espongono lavori che a loro sono piaciuti, senza preoccuparsi di marchi o firme e quindi il complesso risulta più ricco, vario e sorprendente.
Ho nostalgia delle gite a Bassano da Gabriella e le signore di Punto per punto, o a Milano da Giampiera e il suo gruppo, Noi di Milano.
Senza nulla togliere ai lavori esposti e in vendita, penso che i lavori solo da ammirare di quelle mostre abbiano un sapore particolare, una personalità più accentuata.
Comunque sia, poichè Cappuccetto rosso è di moda, anche qui ho trovato qualcosa da portarmi a casa:
la bambola di Maristella, di Il paese del pane. Simpatica, no?
Grazie Dindi del magnifico reportage! Sono sicura che il mio Cappuccetto Rosso si troverà benissimo, a casa tua!! ;o)
RispondiEliminaUn abbraccio, a presto, *Maristella*.