Quando mio figlio e i suoi cugini erano bambini, in villeggiatura andavamo ad Albarella. Era un posto perfetto per la nostra idea di vacanza. Una volta scaricati i bagagli nella villetta che affittavamo, la macchina veniva chiusa e abbandonata, perchè lì si poteva girare solo in bicicletta e si entrava in un mondo di calma e relax. I pericoli, per i bambini, erano al minimo, mentre gli spazi per i giochi erano moltissimi.
Il mare non era un granchè, dato che l'isola è prossima alla foce dell'Adige e al delta del Po, ma le piscine compensavano. C'erano poi campi da tennis in abbondanza, campi da calcio e possibilità di fare diversi tipi di sport.
A noi piaceva vagare tra i boschi alla ricerca di more o per osservare i daini e i fagiani, oppure ci piaceva fare il giro dell'sola in bicicletta, costeggiando le saline e la laguna da una parte e il mare dall'altra, alla scoperta di qualche villa del settecento, che a volte veniva utilizzata per mostre o aste di antiquariato. La spiaggia di sabbia fine e chiara consentiva ai bambini la costruzione di improbabili castelli.
Ogni tanto si usciva dall'isola per andare al mercato del pesce a Chioggia o per una puntata a Venezia a comprare borse contraffatte dai vuccumprà; oppure la sera, si usciva dalla sbarra che chiude il villaggio e si suonava la campanella perchè i gestori del ristorante dall'altra parte del canale ci mandassero una barca per portarci a mangiare il pesce fresco cucinato da loro.
Era una vita semplice, in un luogo quasi selvaggio, incontaminato. L'isola, allora, era proprietà di una banca svizzera, mentre oggi appartiene al gruppo Marcegaglia. C'erano poche ville bellissime, mentre adesso, come ho visto in una visita un paio d'anni fa, col crescere della fama del posto, ce ne sono molte di più e la zona boscosa è stata ridotta. E' un peccato e spero che nessuno lasci costruire in modo esagerato, togliendo all'isola il suo fascino speciale.
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