vivo sì, in un mondo tutto mio, come dentro la torre, ma...mi piace anche affacciarmi e guardare fuori!
Dindi
domenica 3 aprile 2016
Il maggiolino
L'automobile della mia gioventù è stata il maggiolino della volkswagen. Quando ho conosciuto mio marito, nel 1964, avevo quindici anni, quindi niente patente ancora, ma lui ne aveva quasi diciotto e, dopo pochi mesi, poteva guidare. Suo papà aveva un maggiolino bianco e quindi le prime passeggiate le ho fatte su quel sedile in similpelle marrone-rossiccio.
Dopo qualche anno, a quella gloriosa vettura, che si comportava come una jeep, ne è seguita un'altra, più nuova e moderna, ma sempre maggiolino, questa volta verde.
Ci siamo sposati nel 1973 e la macchina è venuta via con noi, ma per il viaggio di nozze abbiamo avuto in prestito il nuovo maggiolone azzurro e cabriolet che era entrato in casa al posto di quello che ormai era diventato nostro.
Il maggiolino è una macchina che ho sempre amato e che mi è dispiaciuto vedere uscire di produzione. Oltre tutto il nuovo tipo, uscito nel 1998 col nome di New Beetle per rilanciare il modello, non mi piace affatto: sembra la macchina di Topolino, troppo arrotondata...non è più lei!
La nostra era una macchina fedele, ti portava dappertutto, incurante delle strade brutte e del maltempo: non ti abbandonava mai e in cambio richiedeva pochissimo.
La Volkswagen, vocabolo che in tedesco significa letteralmente vettura del popolo, nacque sotto la dittatura nazionalsocialista di Hitler, nel 1937, per suo volere.
Negli anni trenta, infatti, Hitler voleva far realizzare un'automobile che potesse essere in grado di motorizzare il popolo tedesco di classe meno abbiente. L'incarico di realizzarne il progetto venne affidato all'ingegnere Ferdinand Porsche, titolare dell'omonimo studio di progettazione nato nel 1931, col diktat di creare un'auto compatta, economica, semplice e robusta, facile da costruire in grande serie ed economicamente accessibile.
Nel 1936 vennero presentati tre prototipi (due berline e una cabriolet) al Führer, che diede ordine di trovare un luogo dove far sorgere la fabbrica per la produzione dell'auto del popolo. Si scelse un sito ove sarebbe stata costruita una nuova città attorno allo stabilimento, la futura Wolksburg, in Bassa Sassonia, non molto distante da Hannover.
La cerimonia di posa della prima pietra, presieduta, ovviamente, da Hitler, si svolse nel 1938, ma poco tempo dopo, lo scoppio della seconda guerra mondiale costrinse a convertire il progetto Typ 1 da civile a militare. Nacquero così le kubelwagen (auto-tinozza), usate come mezzo di trasporto leggero dagli ufficiali della Wehrmacht e la " Schwimmwagen" (l'auto che nuota, ovvero anfibia).
Terminato il conflitto, grazie all'iniziativa di Ivan Hirst, maggiore dell'esercito inglese, e di Ferdinand Anton Porsche (figlio di Ferdinand), la fabbrica della Volkswagen venne riaperta. La direzione fu affidata a Heinz Nordhoff, ed il modello progettato nell'anteguerra, opportunamente aggiornato, entrò finalmente in produzione e fu immesso sul mercato con il nome commerciale di Volkswagen 1200, meglio conosciuto come Maggiolino (oppure Käfer, Beetle o Coccinelle, a seconda della lingua dei paesi di commercializzazione). Il successo fu letteralmente immenso e continuò per diversi anni. Il maggiolino era una delle macchine preferite dai figli dei fiori.
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