Dindi

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lunedì 29 settembre 2014

L'inchiostro








Il dramma dei miei primi anni scolastici erano le macchie d'inchiostro! Finchè c'erano da fare aste e puntini a matita, me la cavavo bene, ma poi quando ci facevano smettere la matita copiativa, che pure detestavo perchè non si poteva cancellare, ci facevano passare alla penna e ai pennini. Pasticciona come sono sempre stata, le macchie su mani, quaderni e grembiule erano all'ordine del giorno. Il piacere di scegliere la forma del pennino, non compensava le sgridate e i votacci che l'inchiostro procurava.






Vi ricordate come erano i nostri banchi? a 2 o 4 posti, con un calamaio per ciascuna bambina. Il bidello veniva con un bottiglione a riempirli d'inchiostro e noi dovevamo fare attenzione alla quantità che raccoglievamo sul pennino ad ogni parola da scrivere. La carta assorbente non sempre era sufficiente ad asciugare lo scritto e con la manica si riusciva a fare una strisciata di nero su tutta la pagina. Il peggio era per chi, come mia sorella, era mancina: la probabilità di macchiare era cento volte maggiore e così le suore le legavano "la mano del diavolo" dietro la schiena per obbligarla ad usare la destra. Con le conseguenze psicologiche facilmente immaginabili.
Del resto, allora, la stilografica era un oggetto solo per adulti perchè era costosa e si rovinava facilmente. Le biro erano già state inventate, ma a scuola non si usavano perchè si diceva, non a torto, che rovinassero la calligrafia.
Per fortuna, poi, i tempi sono cambiati e andando alle medie ho potuto usufruire di quella splendida invenzione per cui schiere di scolari hanno ringraziato il signor Birò.