Dindi

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venerdì 29 luglio 2016

Il lago d'Orta

Invogliati da un articolo tolto da un vecchissimo giornale, oggi ci siamo regalati una gita in un posto non troppo lontano, ma dove non eravamo mai stati prima: il lago d'Orta.




Arrivando dall'autostrada, ci siamo trovati su una costa ricca di splendide proprietà, immensi giardini e, probabilmente, stupende ville che rimangono nascoste dalla vegetazione. Bello, bello, ci siamo detti, facciamo il giro di tutto il lago! Ma man mano si procedeva, la delusione si impadroniva di noi: nonostante il primo impatto sia stato con un albergo ricavato da un antico palazzo molto imponente,



i paesini ci sembravano banali, privi di attrattive particolari, e quasi quasi, eravamo pentiti di esserci lasciati suggestionare da un vecchio articolo di giornale. Sì, il lago ci sembrava bello, ma non COSI' bello come ci aspettavamo e certo non più dei laghetti che ci sono vicinissimi alla nostra città. Eravamo delusi.
Così ci siamo detti: be' andiamo a vedere questo San Giulio e l'isoletta, pranziamo e ce ne torniamo a casa.

Ci aspettava una bellissima sorpresa: il paese di Orta San Giulio è una perla rara e anche l'isola merita tutto il bene di cui all'articolo incriminato, e anche di più.
Per strette viuzze dove si affacciano cancelli che lasciano intravedere giardini fioriti, si arriva in una bella piazza fronte lago da cui si ha la vista dell'isola di san Giulio, come fosse un quadro appeso lì davanti per deliziarti gli occhi.
Fra negozietti e ristoranti si aggirano un po' di turisti, non troppi da averne un'impressione di soffocamento e comunque più stranieri che italiani.













 La piazza, dove ci fermiamo a pranzare,  è un grazioso salotto affacciato sulle acque, dove sorge anche il porticciolo da dove partono le imbarcazioni dirette all’isola di San Giulio. È il palazzo della Riviera di San Giulio, detto anche Broletto, ad impreziosire la piazza. Culmina in una piccola torre campanaria, risalente al 1582, ed è un misto di elementi rustici e classici, con l’irregolare scala esterna, gli affreschi della facciata e le piccole colonne del portico. Qui vi si riuniva il consiglio generale composto dai deputati del feudo vescovile di Novara.
Oggi, invece, c'è una mostra di libri: che goduria!
Dopo pranzo salpiamo per l'isola, chiamata l'isola del silenzio. E' molto piccola, la si visita tutta in dieci minuti, ma sono dieci minuti in cui gli occhi si riempiono di bellezza.

Prima possedimento del ducato longobardo e poi dei vescovi di Novara, l’isola era un tempo abitata solo da canonici, mentre oggi è abitata dalle suore di clausura benedettine. Un’unica via segue il perimetro dell’isola, un susseguirsi di dimore e palazzi, un tempo dimore di canonici, di lussureggianti giardini e cortili.
















Alla fine del IV secolo i due fratelli greci Giulio e Giuliano, originari dell'isola di Egina arrivano sulle rive del lago e si dedicano, con il beneplacito dell'imperatore Teodosio I all'abbattimento dei luoghi di culto pagani e alla costruzione di chiese. La leggenda vuole che san Giulio abbia lasciato al fratello Giuliano il compito di edificare a Gozzano la novantanovesima chiesa, cercando da solo il luogo dove sarebbe sorta la centesima. Individuato nella piccola isola il luogo adatto, ma non trovando nessuno disposto a traghettarlo, Giulio avrebbe steso il suo mantello sulle acque navigando su di esso. Sull'isola Giulio sconfisse i draghi e i serpenti che popolavano quel luogo, simbolo evidente della superstizione pagana, cacciandoli per sempre e gettando le fondamenta della chiesa nello stesso punto in cui oggi si trova la basilica di san Giulio.




Proprio del lago d'Orta è originario Gianni Rodari, nato il 23 ottobre 1920 a Omegna.  Meta ideale di artisti e scrittori, il lago fu teatro del breve incontro tra Nietzsche e Lou Andreas Salomè, che costituì una delle rarissime esperienze femminili del grande filosofo. È sul lago d'Orta che Nietzsche, dopo il rifiuto di Lou Salomé alla sua proposta amorosa, iniziò la gestazione delle sue opere critiche, tra cui il famoso "Così parlò Zarathustra".

giovedì 7 luglio 2016

I fiordi norvegesi



Non so per quale motivo, quest'anno mi trovo in difficoltà a raccontare la nostra crociera tra i fiordi norvegesi: il viaggio è stato molto bello, il paese visitato è stupendo, sulla nave siamo stati benissimo, ma....non so da che parte incominciare!
Forse perchè le fotografie, prese molto spesso dal finestrino di un autobus, non rispecchiano la bellezza di quello che ho visto, o forse perchè nella mente mi si confondono nomi impronunciabili e luoghi molto simili fra di loro. Non so! Ho passato dieci giorni immersa nel verde e nell'acqua: mare, fiordi, laghi, fiumi, cascate, torrenti....tanta, tanta acqua, con una gran sensazione di pace e freschezza. 















Il cielo, durante una giornata, variava spesso da soleggiato a piovoso, ma anche quando faceva caldo, si stava benissimo e il piumino , se pur leggero, non dava mai fastidio. Io, come temperature, non posso desiderare nulla di più!








Ci si trovava a 800/900 metri e il paesaggio era quello che qui da noi troviamo a 1500/2000. Abbiamo visitato ghiacciai, cascate, laghi e montagne. Tutto bello, silenzioso, poco affollato.
La Norvegia su un'estensione doppia di quella dell'Italia, è abitata solo da 5 milioni di persone.





Nel nostro programma non c'erano visite a città, tranne che per l'ultimo giorno, a Stavanger, e questo mi dispiace: forse avrei dovuto scegliere l'escursione a Bergen, invece di andare in montagna, perchè da quel poco che ho visto, mi pareva una città interessante. Del resto si doveva scegliere, tutto non si poteva vedere e da quelle parti la natura è ancora più importante che le città o i reperti storici. Vuol dire che dovremo tornare!!!
Nella città di Stavanger abbiamo visto:

Le spade nella roccia:


simbolo della pace raggiunta quando il regno è stato unito sotto un solo re, dopo un periodo di lotte sanguinose.

Le case dell'era del ferro:






La cattedrale:





che contiene opere d'arte lavorate nel legno




Le dotazioni per i ciclisti che, come in tutto il nord Europa, sono milioni:

parcheggio ad Amsterdam


così se la bicicletta si guasta, lungo la strada si può metterci rimedio.
Le case della antica Stavanger:








che dimostrano l'amore dei norvegesi per i fiori. Infatti dovunque era possibile, ho visto fiori e rose ad impreziosire finestre e giardini:















Il monumento che mi è piaciuto maggiormente è stata la chiesa in legno che si chiama Borgund Stavkirke, circondata dal cimitero, come tutte le chiese norvegesi:









costruita intorno al 1180 con tronchi di legno tagliati sul luogo da artigiani ambulanti di un'abilità straordinaria. La chiesa è piuttosto complessa, è stata costruita quando la Norvegia divenne parte della provincia ecclesiastica in diretto rapporto col Papa e porta ancora elementi legati al paganesimo dei secoli precedenti ( vedi le teste di drago sui tetti). Oggi la Norvegia è prevalentemente cristiano luterana.



Le costruzioni in legno vantavano al tempo una lunga tradizione ( ancora oggi la maggior parte delle case è in legno) e anche se il tempo dei vichinghi era ormai tramontato, i costruttori erano in grado di sposare elementi tradizionali con altri elementi visti dai navigatori in altri paesi.
Questa chiesa è giunta fino a noi quasi intatta perchè la sua solida struttura lignea è basata su fondamenta di pietra, in modo che il legno non essendo a contatto con la terra, potesse rimanere asciutto e durare nel tempo.









Una cosa curiosa che ho visto in Norvegia sono i tetti di erba, che si costruiscono ancora oggi, ma che provengono da un'antica tradizione vichinga. Rivestivano il tetto con strati di corteccia di betulla, che è un materiale molto impermeabile. Poi ci mettevano sopra uno strato di terra che serviva a mantenere all'interno della casa il calore e, con il peso, a dare stabilità alla costruzione. Poi sopra nasceva l'erba e, a volte, perfino degli alberi. Capitava anche che per evitare che l'erba diventasse troppo alta, si facesse salire sul tetto una capra per un po' di giorni, in modo che il taglio fosse assicurato.
L'allevamento delle capre è una delle attività più importanti del paese, oltre a quello delle mucche e a quello del salmone.




Un fiore che nasce spontaneo nei prati norvegesi è questo piccolo batuffolo, chiamato "cotone dei troll", dato che ha l'aspetto del cotone egiziano.

Nell’atmosfera fiabesca degli incantevoli boschi della Norvegia, nasce la storia dei Troll. Quando la luna è in alto nel cielo tutto può accadere, e la leggenda narra che delle strane creature, che abitano nelle foreste norvegesi, escono dai loro nascondigli solo dopo il tramonto, per ritornarci al mattino prima che sorga il sole, in quanto i raggi solari potrebbero pietrificarli.
Essi hanno buffe sembianze, vagamente simili a quelle umane, lunghi nasi e quattro dita per mano e piede. Di natura estremamente timidi, amanti della tranquillità ed in perfetta armonia con la natura, sono di indole dolce e buona, ma la leggenda racconta che è meglio non farseli nemici.. la loro ira può non avere limiti quando non li si rispetta o non si rispetta il loro habitat.

Un tempo viveva un gigante cattivo, che si chiamava Ymir. Odino, il re degli dei nordici, stanco di sopportarlo, lo uccise e con i vari pezzetti del suo corpo, formò gli uomini.
Con le ultime parti di quel corpo, quelle più brutte e difficili, costruì i Troll, che erano o giganti o nanetti.
Odino aveva un corvo che volava sul mondo e gli riferiva tutto quello che vi accadeva. Purtroppo i Troll giganti erano molto prepotenti e vessavano i contadini umani con un sacco di dispetti. Odino, stanco della situazione, li riunì e li minacciò di gravi pene se avessero continuato con quel sistema. I Troll giganti non se ne curarono e continuarono con le loro cattiverie. Odino, allora, per punirli, mandò loro una grande luce che li tramutò in pietra. I piccoli Troll, invece,  si salvarono perchè, data la loro statura, riuscirono a nascondersi nei boschi, ma i giganti furono annientati.
Odio sapeva quello che faceva.... Da quel giorno i Troll sono amici degli uomini, ma solo i bambini possono vederli!