Dindi

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giovedì 12 marzo 2015

Marcellino pane e vino


Da bambini al cinema si andava all'oratorio. D'estate all'aperto, seduti su scomode seggiole di legno, ma sempre con l'aspettativa di vedere quella magia: una storia raccontata per immagini. I film non erano mai in prima visione, ma allora anche quelli più recenti erano ancora quasi tutti in bianco e nero. Del resto eravamo abituati alla mancanza di colori perchè anche la Tv  era ancora bicolore.
Uno dei racconti che ho amato di più in quell'epoca è stato Marcellino pane e vino, film spagnolo del 55, in bianco e nero, regista Ladislao Vajda. Una storia commovente e...magica! Chi non la ricorda?





Siamo in un piccolo paese spagnolo: un frate scende dal suo convento, meta -quel giorno - del pellegrinaggio di tutta la popolazione nel ricordo di un evento straordinario avvenuto nel convento in un tempo ormai lontano. Quel frate va a trovare una bambina ammalata e, per confortare la famiglia, racconta quell'evento che il paese stava festeggiando: la storia di Marcellino. Dopo le fine della guerra con i francesi, tre frati decidono di ricostruire un convento in rovina su un monte desolato. Con l'appoggio del sindaco del paese e l'aiuto di altri confratelli riescono nella loro opera, finché una mattina la quiete dei religiosi è rotta dalla scoperta di un neonato in fasce, abbandonato alle porte del convento. Il piccolo, battezzato con il nome di Marcellino, conquista subito le simpatie dei fraticelli che non vorrebbero separarsene. Ma il padre superiore li richiama alla realtà: un bambino non può crescere bene senza genitori e fratelli. Iniziano le ricerche dei genitori di Marcellino, finché si viene a sapere che sono morti.  Nessuna famiglia è in grado di adottare quel neonato perchè si vive un periodo di grande povertà, allora  i frati decidono di tenere con loro Marcellino: - ognuno - gli avrebbe fatto da padre. Il fanciullo cresce insieme ai dodici frati, che gli perdonano scherzi e marachelle e che vengono coinvolti dai suoi giochi e dalla sua simpatia. Ben presto, però, Marcellino si accorge che, se è bello avere dodici papà, la mancanza di una mamma e di un amico con cui giocare non è facilmente colmabile. E se riesce a inventarsi Manuel, compagno delle sue avventure quotidiane, intuisce che il suo vero desiderio è vedere la propria madre, ed è disposto anche ad essere più buono pur di raggiungerla "in cielo".




Le sue giornate scorrono comunque tranquille, anche se venate da questa malinconia e dal disappunto per il divieto di salire nella misteriosa soffitta del convento, dove "c'è un grande uomo che ti porta via". Mai cercare di spaventare un bambino con oscure minacce: la curiosità accende il cuore di Marcellino che un giorno, vinta la paura, sale nella soffitta all'insaputa dei frati. Qui, in una buia stanza piena di polvere e ragnatele, trova un grande crocifisso: quel grande Uomo sorprendentemente comincia a parlargli. E' l'inizio di un rapporto, straordinario, con quella persona, reale fino al punto da portargli ogni giorno del pane e del vino.






 Con il passare dei giorni il desiderio di stare con quell'uomo è sempre maggiore, in un rapporto semplice e concreto, che spinge Marcellino a chiedergli di scendere dalla croce e stare vicino a sé. Marcellino sa chi è quell' Uomo ("Tu sei Dio") e non ne ha paura, perché è un'amicizia che gli riempie il cuore e lo sguardo. Cristo diventa il compagno che rincuora le piccole grandi paure del bambino ed al quale osa chiedere che si avveri l'unico desiderio che ha: raggiungere la mamma in cielo.( Antonio Autieri)
Gesù soddisfa il desiderio di Marcellino e lo fa "addormentare" tra le sue braccia mentre i frati assistono da uno spiraglio al miracolo.









Questa storia mi ha affascinato e commosso durante la mia infanzia, ma ancora adesso, se mi capita di rivederlo, non mi lascia indifferente: è un film pieno di poesia, ingenuità, semplicità.
Non ho letto il libro allora e nemmeno adesso che l'ho comprato su un mercatino  ( e anche il suo seguito) perchè ho paura di sciupare l'incanto di tanti anni fa.










Credo che la pellicola, oggi, sia stata restaurata e colorata in quanto ho trovato diverse immagini a colori del film. A suo tempo era stata anche fatta una raccolta di figurine con la storia del bimbo spagnolo. Chi di voi ce l'ha?