Dindi

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sabato 20 giugno 2015

Bulgaria

Forse non avremmo mai pensato di organizzare un viaggio in Bulgaria se Dindi non si fosse imbattuta casualmente in un articolo in cui si parlava di una meravigliosa valle delle rose dove si celebra ogni anno, all'inizio di giugno, un festival speciale in loro onore.



Ed essendo donna d'azione, come ben sanno quelli che la conoscono, Dindi non ha perso tempo e, detto fatto, aereo, alberghi, escursioni, visite guidate, tutto insomma era pronto.
A lei piace portarsi avanti, molto avanti, tanto che il giorno della partenza, seguendo le sue indicazioni, ci siamo ritrovati all'aeroporto secondo gli orari previsti per il volo di ritorno, cioè con un paio d'ore d'attesa in più per il decollo...ah,ah,ah...Questo piccolo contrattempo non ha certo guastato il nostro buon umore, anzi, la nostra breve vacanza è proprio iniziata in allegria e una volta arrivati a Sofia e sistemati i bagagli in albergo, ci siamo messi in cerca di cibo e folklore.






Il ristorante offriva un'atmosfera davvero accogliente; quanto al cibo, bisognava affidarsi alle immagini proposte dal menù perchè il bulgaro è una lingua davvero incomprensibile...e la cucina non è da meno. La zuppa di funghi servita in una forma di pane era gustosa, come lo "spiedino"  scelto da Giorgio, praticamente una sciabola turca di 40 centimetri, carica di salsicce  e pezzi di pollo, conficcata minacciosamente in un tagliere di legno.  


Sabato il programma prevedeva la visita al monastero di Rila.
Fondato nel X secolo dall'eremita S.Giovanni di Rila, questo monastero è il più grande e il più famoso della Bulgaria.












Centro di vita spirituale e culturale, il monastero fu distrutto durante l'invasione dei Turchi e completamente ricostruito grazie alle generose donazioni di cittadini abbienti. La chiesa posta al centro del cortile è ricca all'interno di affreschi e di intarsi in legno, che non possono essere fotografati, ma anche sulle pareti esterne sono rappresentate scene della Bibbia e del Nuovo Testamento, in ottimo stato di conservazione.







Il monastero di Rila si trova a 1147 metri sul monte omonimo e per raggiungerlo si percorre un strada tortuosa tra una fitta vegetazione di noci, castagni e abeti. Una vera oasi di verde e aria pulita.
Se le periferie delle sue città appaiono ancora deturpate dalla presenza degli alti e brutti edifici costruiti come alloggi popolari durante l'occupazione sovietica, la Bulgaria possiede fortunatamente ampie riserve naturali incontaminate. Una leggenda racconta che quando Dio creò il mondo, diede ad ogni paese un dono particolare; a qualcuno capitò un mare trasparente, a un altro una pianura fertile, a un altro ancora laghi pescosi, ma quando arrivò il turno della Bulgaria Dio si accorse di aver esaurito tutti i suoi doni. Si fermò un attimo a riflettere e poi disse:" Ok ! Alla Bulgaria regalerò un pezzo del mio paradiso!"
Come ci è capitato di vedere in Alsazia e nel sud del Portogallo, anche in Bulgaria si incontrano molti nidi di cicogne e dicono che veder volare questi uccelli sia segno di buon auspicio.






La giornata era stata sicuramente intensa e l'indomani ci aspettava l'evento per il quale era stato organizzato il viaggio: una bella dormita ci avrebbe rimesso a nuovo...


Domenica è il gran giorno. Anche le nostre compagne di viaggio, due signore piemontesi e una toscana, sono venute fin qui per il nostro stesso motivo : il festival delle rose.
Si parte di buonora la mattina, il cielo è sereno e presto farà molto caldo.
La Valle delle Rose, che ha per capitale Kazanlak, copre una vasta area, protetta a nord dalla catena dei Balcani e a sud da un'altra catena montuosa meno elevata, gli Antibalcani, che corre parallela alla prima. A est e a ovest scorrono due fiumi, il Tundza e lo Stryama.


La valle gode di un microclima molto particolare che favorisce  lo sviluppo e la crescita di un'antica rosa damascena, portata fin qui nel 1420 dalla Tunisia da un giudice turco che amava coltivarla nel suo giardino. 
Questa rosa "trigintipetala" -composta da 36 petali - pare sia stata portata in Europa da un crociato proveniente da Damasco verso la metà del XIII secolo, ma ci sono anche altre storie sul suo conto, forse era conosciuta già in epoca romana.





Per arrivare a Kazanlac la strada è lunga. I campi sono pieni di fiori spontanei di tanti coloriChi arriva fin qui per il festival, probabilmente immagina di passare in mezzo a un immenso roseto fiorito vasto quanto la valle, ma non è così e , riflettendoci un po', se ne comprende la ragione.
In primo luogo la rosa damascena cresce a cespuglio, con un fitto fogliame nel quale si nascondono i fiori, e soprattutto, durante le quattro/ sei settimane della fioritura, le rose vengono raccolte nelle prime ore del mattino, quando ancora sono umide di rugiada, e portate negli stabilimenti specializzati per l'estrazione del loro prezioso olio.






 Ai turisti che arrivano numerosi in occasione del festival vengono riservati alcuni filari nei quali  possono cogliere le rose e annusare il loro incredibile profumo. Inoltre gli abitanti dell'intera regione indossano i costumi caratteristici e offrono agli ospiti cibi locali, musica e balli.

























E' possibile anche visitare le distillerie del territorio per seguire le attuali fasi di lavorazione del prodotto e confrontarle con quelle adottate in passato.
La Bulgaria è la prima esportatrice di olio di rosa, utilizzato nella preparazione di prodotti cosmetici, alimentari, in profumeria in tutto il mondo.











La città è tutta in festa e per la strada principale vanno in scena piccole rievocazioni storiche, sfilano gruppi sportivi, scuole di ballo, gruppi folkloristici per la gioia dei numerosissimi turisti giapponesi e cinesi con l'immancabile macchina fotografica pronta allo scatto.
Il pranzo si tiene all'aperto con tavoli colmi di piatti tipici, grandi barbecues fumanti e allegre danze folkloristiche.









La Bulgaria non è soltanto rose e folklore; la sua storia è antica e ricca di testimonianze.
Nel pomeriggio visitiamo la tomba tracia di Kazanlak datata del IV secolo a. C.


Destinata a uno dei sovrani di Tracia, la sepoltura è costituita da uno stretto corridoio e da una camera circolare magnificamente affrescati. Per preservare questo gioiello non si possono scattare foto all'interno, ma voglio comunque mostrarvi alcune immagini trovate nel web.


Nel corteo funebre spiccano i magnifici cavalli traci, cantati anche da Omero e i due sposi, seduti su troni vicini, si tengono per i polsi, intrecciandoli in un gesto di tenera intimità.



Nonostante soffi un venticello gradevole, il caldo si fa sentire e per darci un po' di conforto e relax , la nostra guida ci porta alla Shipka Memorial Church



 Questa  chiesa ortodossa, costruita tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento in stile russo, è dedicata a tutti i soldati russi, ucraini e bulgari caduti durante la guerra di liberazione dall'oppressione turca.
Le sue cupole dorate si intravvedono da lontano sul fianco della collina e l'ombra e il silenzio che la circondano regalano un' innegabile sensazione di pace.





E' stata una giornata intensa, piena di colori, profumi, emozioni.
Ma la vacanza continua...Lunedì è prevista la visita di Plovdiv, una città molto interessante, come dice spesso la nostra guida.
La città è da sempre un punto di riferimento di diverse culture per le sue millenarie e articolate vicende storiche. 
Già capitale dei Traci, nel 341 a.C. fu presa da Filippo II di Macedonia, padre di Alessandro Magno, che la ribattezzò Filippopoli.
Il territorio su cui sorge Plovdiv comprende sei colli di sienite,una roccia magmatica intrusiva di composizione analoga ai graniti.
Fino all'inizio del XX secolo i colli erano sette, ma il più piccolo fu distrutto, il che rende inverosimile la leggenda secondo cui furono i Romani ad eliminarlo per non avere una nuova città che potesse competere in bellezza con Roma e i suoi sette colli.
Filippopoli fu conquistata dai Romani nel 46 d. C.; Traiano la restaurò e Marco Aurelio la fece capitale della Tracia romana fino al Danubio. Cinse di mura i tre colli centrali e da questi denominò la citta Trimontium, devenuta ben presto splendida e importante tanto da battere moneta.
Il foro era il centro politico, economico e culturale della città e il teatro era in grado di accogliere da 5.000 a 7.000 spettatori.





In città sono numerose le testimonianze del periodo di dominazione romana e si notano molti cantieri aperti allo scopo di portare alla luce nuovi reperti.




Nel centro storico si possono ammirare molti edifici costruiti nello stile noto come Rinascimento Bulgaro di inizio '800, ben conservati non solo nell'aspetto esteriore ma anche negli arredi interni e nei giardini.
















Sotto i portici e dentro i cortili, numerosi affreschi raccontano la storia e la tradizione religiosa e profana di questo popolo.






Nella città moderna, ai piedi della collina, una lunga passeggiata pedonale, su cui si affacciano eleganti edifici in tinta pastello, ristoranti, negozi e fast food , ripercorre il tracciato della pista dove si svolgevano in epoca romana i giochi atletici e le corse dei carri.





Prima di rientrare a Sofia c'è tempo per visitare il monastero di Backovo.



 Per importanza storica e valore artistico, il monastero di Backovo, fondato nel 1083, è secondo solo a quello di Rila.
Al centro del complesso monastico si trovano due chiese, unite fra loro: la prima , più piccola , eretta nel XII secolo è dedicata agli Arcangeli Gabriele e Raffaele; la più grande  dedicata alla Vergine, fu costruita nel 1604.













Tra le mura del monastero sono custoditi affreschi del Trecento,tra i più alti esempi di arte bizantina.










In questo luogo di pace e silenzio sembra davvero che tutti i rumori del mondo siano fuggiti altrove.
E non possiamo lasciare Backovo senza aver fatto cenno alla leggenda del "fiore dell'amore".




Il suo nome scientifico è Haberlea Rhodopensis. Si tratta di una specie rara che cresce solo sui Monti Rodopi, che segnano il confine tra Bulgaria e Grecia.
La sue caratteristiche principali sono la grande capacità di adattarsi alle condizioni climatiche più avverse, in particolare alla siccità, e di riprendere vigore in tempi rapidi una volta ripristinato l'equilibrio.
E' come se non volesse morire mai, per questo la chiamano il fiore dell'amore, o fiore di Orfeo, perchè è eterno come l'amore di Orfeo per Euridice.
Orfeo infatti era figlio del re di Tracia ed è fra questi monti e questi boschi che la leggenda del suo infelice amore vive in eterno e se ascoltiamo il canto del vento con attenzione, chissà, forse ci porterà il suono della sua lira...


Ed eccoci al nostro ultimo giorno di vacanza. Domani ci sarà giusto il tempo per i saluti, i bagagli, l'imbarco in aeroporto e poi via, a casa.

Il mattino è soleggiato e il solito venticello è quel che ci vuole per visitare la capitale , Sofia.
Dopo Atene e Roma, Sofia è la terza capitale più antica d'Europa e per la sua posizione centrale nella Penisola balcanica è stata in passato un importante crocevia per gli scambi commerciali e culturali.




Questa statua è il simbolo della città da quando ha acquistato la piena autonomia.
La guida ci fa notare che in un'area limitata intorno alla piazza sorgono 4 chiese di religioni diverse : la chiesa cattolica, la chiesa ortodossa, la moschea e la sinagoga. 




Entriamo nella chiesa ortodossa, c'è una funzione in corso e ascoltiamo in silenzio il rituale dialogo tra sacerdote e fedeli.

Dietro l'angolo ci aspetta la chiesa di S.Giorgio.




E' una chiesa paleocristiana a pianta circolare. Costruita in laterizio rosso, è considerata il più antico edificio della capitale bulgara.



Fu costruita nel IV secolo e venne decorata con affreschi nel X e nel XII secolo. Durante la dominazione turca fu trasformata in moschea.
Nelle immediate vicinanze si trova la residenza del Primo Ministro.

In quest'area piuttosto limitata ci sono palazzi, grandi alberghi, edifici pubblici, ambasciate e numerosi parchi e giardini.

























Da notare nella zona intorno al palazzo reale la pavimentazione con ciottoli viennesi dal caratteristico colore giallo, dono di nozze dell'Imperatore d'Austria ai sovrani bulgari, famosi quanto i  sampietrini di Roma.
Ultima tappa della mattinata la visita alla cattedrale di Aleksander Nevski e alla Chiesa di Santa Sofia.






La Cattedrale ortodossa di Sofia fu costruita in stile neo- bizantino dopo la guerra russo-turca. All'interno si trovano bellissimi affreschi e una ricca collezione di icone bulgare. Il suo campanile ha dodici campane.




Foto invernale da Wikipedia
La chiesa di Sveta Sofija fu costruita dall'imperatore Giustiniano nel VI secolo e ha dato il nome alla città.

Nel pomeriggio ci aspetta la visita alla chiesa medievale di Boyana, che, come la maggior parte dei monumenti che abbiamo visitato in Bulgaria, è riconosciuta dall'Unesco come patrimonio dell'umanità.






La piccola chiesa è immersa in un'area verde che ospita alberi ad alto fusto, tra cui alcune sequoie.



La chiesa fu costruita in tre epoche diverse come si nota dal muro laterale.


 









La più antica è quella orientale e risale alla fine dell'XI - inizio XII secolo.
Sebastocrator Kaloyan e sua moglie Dessislava finanziarono la seconda parte della chiesa, quella centrale, verso la metà del XIII secolo e infine , l'ultima parte, fu edificata su commissione di ricchi benefattori nel XIX secolo.
Ciò che rende famosa questa chiesa è il doppio strato di affreschi che ornano le mura interne, risalenti il primo all'XI-XII secolo , il secondo chiaramente datato 1259, come si legge nell'iscrizione dei donatori sulla parete nord.
Anche in questo caso non è possibile scattare foto all'interno della chiesa, ma per avere un'idea della loro bellezza , mi affido a questa immagine che ritrae Sebastocrator Kaloyan e la moglie.




 E ormai pomeriggio avanzato, ma vale comunque la pena di fare una visita al Museo Nazionale di Storia.




Costruito ai piedi della collina, il Museo raccoglie in varie sale le testimonianze della storia e della cultura bulgara.
Ognuna delle sale è dedicata ad un preciso periodo storico:
Preistoria, con i tesori aurei di Hatnica e delle necropoli di Durankulac e di Varna; Antichità, fine del IV sec.a.C.; Imperi medievali bulgari (632-1395); terre bulgare sotto la dominazione ottomana (1395-1878) e storia contemporanea (1878-1946).

La nostra vacanza è praticamente finita, ma il programma prevede ancora un momento di allegria e convivialità, la cena in un locale caratteristico in collina, con musica, balli tradizionali e il brivido finale della camminata sui carboni ardenti.








 
 Quando usciamo dal locale, le luci di Sofia brillano sotto di noi e ci ricordano lo spettacolo che offre la nostra città, Bergamo,  nelle notti d'estate dagli spalti di Città Alta.
Il pensiero corre alle nostre radici, alle persone che amiamo, e improvvisamente ci coglie un gran voglia di partire. Abbiamo fatto un bel viaggio, abbiamo visto e imparato tante cose, ci siamo divertiti, ma adesso è tempo di tornare.

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