Quando eravamo molto piccoli la televisione, qui da noi, non c'era ancora, quindi il divertimento delle famiglie era quello di ascoltare la radio. Non ricordo nulla di quei tempi, non so quali trasmissioni ascoltassero i miei, forse trasmissioni locali tipo Il gazzettino padano o Ciciarem un cicinin ( milanesissimo) e, alla sera, di sicuro, qualche commedia.
Con l'avvento della tv, comunque, la radio non è stata abbandonata: io ricordo alcuni programmi che hanno accompagnato la mia crescita: programmi che ancora oggi non sfigurerebbero nei palinsesti nazionali. Anzi, potrei dire che erano molto meglio di quello che viene proposto oggi.
In particolare ricordo il programma della domenica mattina, quando, dopo la messa, mi mettevo in tinello ( stanza che non esiste più!!) a fare i compiti più facili per la settimana e ascoltavo "Gran varietà".
Era un programma basato su un'alternanza di canzoni e sketch comici, interventi di cantanti e applausi registrati.
I personaggi che presentavano il programma erano i migliori sul campo: Johnny Dorelli e Raimondo Vianello, il cast che si presentava ogni settimana era di tutto riguardo, tanto che molti di questi siparietti vennero poi riproposti anche in tv:
Renato Rascel, Aldo Fabrizi, Ugo Tognazzi, Paolo Panelli e Bice Valori (indimenticabili i loro personaggi del Tassinaro, Menelao Strarompi e la centralinista Rai), Monica Vitti (la portinaia di una guardiola perennemente sfortunata in amore), Enrico Montesano (Dudù il gagà e soprattutto la romantica donna inglese), Gigi Proietti (celebre il suo tormentone "Invidiossi!") nonché attori teatrali "seri" come Vittorio Gassman, Paolo Stoppa e Rina Morelli ("Eleuterio e Sempretua"), Aroldo Tieri e Giuliana Lojodice (insieme interpretarono "Leonida ed Esmeralda", e "Il Divino Creaturo"), Romolo Valli (il "maleducatore"), Lando Buzzanca con il "pecoraro dell'Apiro" e tantissimi altri.
Sembra che questa trasmissione abbia contribuito all'enorme diffondersi delle radio a transistors che avvenne in quell'epoca: nessuno voleva perdersi questo divertimento. Non erano ancora di moda i tormentoni che , come usa adesso, vengono lanciati da trasmissioni comiche tipo Zelig, o Cameracafè, ma tutti conoscevano le battute dei personaggi più divertenti.
Ho cercato e ricercato i testi di "Caro Eleuterio e Sempretua", che erano i miei preferiti e finalmente, nel preparare questo post, ho scoperto che era un rifacimento di "Caro bugiardo", un libro in cui J. Kilty fa un adattamento teatrale della corrispondenza che ci fu fra G.B. Shaw e l'attrice P. Campbell. Trovato il libro su ebay, mi è arrivato stamattina e, appena finita la lettura in corso, mi ci tufferò.
Un'altra trasmissione che non perdevo per nessuna ragione al mondo era "Alto gradimento", condotta da Renzo Arbore e Gianni Boncompagni.
Questa era la trasmissione del "subito dopo pranzo", prima di mettersi a studiare.
Ogni trasmissione procedeva senza un apparente filo logico (infatti la ingegnosa, non banale, mancanza di filo logico era il punto di forza del programma) che si manifestava con frequenti interruzioni dei brani musicali, con battute varie ed interventi ricorrenti assolutamente e volutamente demenziali.
Il programma era in netta controtendenza rispetto agli standard radiofonici di allora, non solo per le trovate comiche e surreali, ma anche dal punto di vista musicale. La sigla musicale di apertura era Rock Around the Clock, nella versione orchestrale di James Last e nel programma si proponeva pop italiano e internazionale.
Si trattava di una trasmissione geniale e irriverente, esplosiva e demenziale, che realizzò indici di ascolto impensabili per la radio dell'epoca, creando tormentoni comici che per anni rimasero nella mente e persino nei modi di dire della gente comune. Il ritmo serrato, le sovrapposizioni di voci e le continue irruzioni di personaggi strampalati e surreali, la spiritosa presentazione dei brani musicali, il clima goliardico, crearono un nuovo stile radiofonico, contrapposto a quello compassato ancora esistente all'epoca, una nuova forma di intrattenimento che fece scuola e fu talvolta imitato e che anzi anticipò lo stile che pochi anni più tardi si sarebbe diffuso con l'avvento delle radio private.
Poi sono invecchiata: la goliardia mi piace ancora molto, ma se viene da gente giovane. Le persone della mia età che si fingono teenagers mi irritano e mi fanno un po' pena. Il limite è certamente mio, ma...tant'è!
Adesso se ascolto la radio, cerco programmi che trasmettono musica senza interruzioni, senza chiacchiere, né telefonate. Se poi la musica è quella che è stata la colonna sonora della mia giovinezza, vado in brodo di giuggiole!!!
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