Dindi

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martedì 22 aprile 2014

Aurora

Verso la fine di novembre nascerà la mia seconda nipotina e Beatrice ha scelto per lei il nome di Aurora.
Ecco perchè: fino a poco tempo fa Beatrice diceva di essere Aurora, la bella addormentata nel bosco, in quanto a carnevale, aveva indossato il vestito rosa di quella principessa. Dopo essere stata ad Eurodisney, però, Beatrice è diventata Rapunzel perchè là ha comprato il vestito viola di quest'altra principessa. Come fare, allora per risolvere questo sdoppiamento di personalità? Semplice! Lei resterà Rapunzel e la sorellina sarà Aurora. La sua scelta è stata accettata dai genitori e così sarà.






Aurora è quel momento prima dell'alba in cui il sole non è ancora sorto, ma già incomincia ad illuminare il cielo con una bella luce rosata.





Nella mitologia romana, Aurora è la dea dell'aurora. Il suo mito è parallelo a quello della dea greca Eos e della divinità vedica Uṣas.



Aurora Trionfante in una tela di Evelyn De Morgan

La dea Aurora si rinnova ogni mattina all'alba e vola attraverso il cielo, annunciando l'arrivo della mattina. È figlia del Titano Iperione e i suoi fratelli sono il sole e la luna. Inoltre ha molti mariti e quattro figli, i venti: del nord (Borea), dell'est (Euro), dell'ovest(Zefiro) e del sud (Noto). Uno dei mariti è il vecchio Titone, uomo per il quale la dea aveva ottenuto da Giove l'immortalità, ma, per un errore nella richiesta, non la perenne giovinezza. Più tardi, a Roma, il suo culto viene associato a Matuta nella divinità di Mater Matuta.



Mater Matuta, nella mitologia romana era la dea del Mattino o dell'Aurora e quindi protettrice della nascita degli uomini e delle cose. Più tardi associata alla dea greca Ino o, appunto, Aurora.
Aveva un tempio nel Foro Boario, accanto al Porto fluviale di Roma, consacrato secondo la leggenda da Romolo, distrutto nel 506 A.C. e ricostruito nel 396 A.C. da Marco Furio Camillo, nell'odierna area di Sant'Omobono, realizzato, forse, all'epoca di Servio Tullio (secondo quarto del VI secolo a.C.). Un altro tempio dedicato alla dea era nella città di Satricum.




La sua festa (Matrialia) veniva celebrata l'11 giugno, a questo culto erano ammesse solo le donne vergini o sposate una sola volta, il cui marito era ancora vivo, mentre le donne schiave ne erano severamente escluse.



Dante Alighieri la nomina nel Purgatorio nel canto II, 9 e nel canto IX, 1 dove è citata come "la concubina di Titone antico".

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